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Globalera

Avremmo dovuto essere liberi, tolleranti e amici nel mondo, poiché in ultima istanza vogliamo tutti le stesse cose, abbiamo tutti le stesse paure, andiamo tutti nella stessa direzione e forse proveniamo tutti dalla stessa idea (...?)

Avremmo dovuto essere oggi, dopo diecimila anni che stiamo insieme, un solo popolo degli uomini. Ma ancora ci inventiamo la guerra per non morire di noia! Tuttavia non sono i popoli a volere tutto questo!

Ci capita di pensare a noi stessi più che alla collettività. Di credere che gli altri siano proprio gli altri, così lontani da noi, così esteri, così diversi.
Noi così alleati di dio, con san Pietro a un tiro di schioppo, come tanto tempo fa, ci nascondiamo a volte dietro la corona, a volte dietro al crocifisso.
Siamo un po' tutti saccheggiatori del mondo e così maledettamente antropofagi.

Disquisendo di memoria personale, etnica o di memoria storica, ricordiamo solitamente, soprattutto per vari condizionamenti subliminali, i torti subiti. Facendo del vittimismo di convenzione, ci volgiamo a ricordare epoche anch'esse come tante, ricoperte dalla cortina del tempo. Questo non è coerenza! Tutti i paesi, per onore del patrimonio storico, nelle ricorrenze, tirano fuori i propri straccetti, sparandoci sopra il suono della fanfara. Ma quando ricorre la memoria delle storie, affinché tutti sentano il concerto di globalera? Quanto dista l'incoerenza dall'utopia?

Ad onor del vero e della coerenza i nostri morti dell'ultimo conflitto mondiale sono poca cosa in confronto agli orrori di cui tutte le nazioni civilizzate sono responsabili, verso le minoranze nel corso dei tempi. E ancor più importanti i morenti che guardiamo senza alzare un dito, se non per un tornaconto economico. E' preoccupante che non solo dimentichiamo la tratta degli schiavi di tanto tempo fa, ma non impediamo la tratta degli schiavi ora, la tratta delle donne, la tratta dei bambini e il commercio di organi.

Quando usciremo dal nostro piccolo guscio per considerare il giorno della memoria del mondo, al di là delle sterili convenzione, provando a richiamare la storia! L'intero popolo pellerossa d'America distrutto per intero da francesi e inglesi; la tratta degli schiavi e i modi in cui venivano rapiti i negri nelle loro terre; la decimazione dei popoli dell'America latina, ad opera degli austriaci. Anche l'Italia seguì la strada del colonialismo regalando ai sudditi non sempre noccioline. Nella guerra in Eritrea fu vergognosamente usato l'iprite (usato anche dagli iracheni di Saddam sui Kurdi). Si è continuato sulla strada indecorosa nel Kossovo, in Bosnia, in Iraq, in Afganistan, smaltendo scorie dei reattori nucleari delle grandi potenze (uranio impoverito).
Si è fatto largo uso di aggressivi chimici sotto forma di bombe al napalm, la dove la giungla era impraticabile e pertanto occorse un potente defoliante! Nelle bombe al napalm veniva utilizzato il fosforo bianco e, nonostante fosse stato messo al bando nel 1980, raccontano che ne fecero largo uso in iraq nelle ogive dei missili. I reporter raccontano di aver visto morire donne e bambini in fiamme. Tutto al di là degli accordi internazionali sulla salvaguardia della vita dei civili e dell'ambiente. Ma il ricordo del passato dovrebbe servire soprattutto a prendere in considerazione e lottare contro i soprusi sulle minoranze. Quando sarà davvero O(nore) N(ella) U(manità)?


Possiamo festeggiare i nostri figli senza apprezzare il benessere, volgendoci dalla parte dell'Uzbekistan dove i bambini da setti anni in su, sono costretti a raccogliere cotone per 2 centesimi di euro al giorno, dalle 8 del mattino alle tre del pomeriggio, per portare a casa qualcosa da mangiare? Questo vale però solo per i figli dei poveri! (Giornalista uzbeca, direttrice della sezione dell'Institute for War and Peace Reporting)
Ricordando con atteggiamento più dinamico e aperto, anche ai giorni dei torti che noi abbiamo fatto ad altri, là povertà che c'è intorno a noi, facendo diventare la verità sempre più pubblica, potrebbe nascere un velo di vergogna a farci evolvere in modo più positivo.

Bambini braccati in Brasile; bambini nascosti nelle fogne in Romania; sfruttamento e tortura; la pedofilia; donne e bambine che non hanno scampo, che si prostituiscono lungo chilometri di strade, davanti agli occhi di tutti. Se il giorno dopo sono ancora lì, significa che non abbiamo l'interesse ad intervenire.

Spesso si parte per le crociate o per guerre di liberazione dietro la coperta della libertà. In realtà si va per consumare esplosivi e armi; per seminare l'uranio impoverito come una maledizione per gli anni a venire; per controllare luoghi strategici; per essere dentro alle ricostruzioni; per il petrolio;
per alimentare l'industria bellica nazionale.

Non si può andare in Cina ed evitare che la Cina venga da noi. Non si può sfruttare e inquinare il suolo d'Africa e poi impedire che gli africani vengano da noi. Un giorno potremmo essere noi ad aver bisogno d'asilo! E' il momento di concertare le integrazioni di popoli diversi senza esitare, lavorando alla pari, insegnando e lasciandoci insegnare.

La soluzione a tutti i problemi è di lavorare di più, lavorare meglio, guadagnare meno. Trascinare in superficie tutti i popoli, affinché sia "globalera" per davvero.

Il trasferimento di denaro dalle fasce più deboli e diseredate a quelle già ubriache di ricchezze immense, non è coerente. E' contrario alle regole di base per la concertazione delle ricchezze del pianeta.


È vergognoso essere un criminale
È vergognoso restare a guardare chi commette il crimine
È vergognoso guardare passivi chi vive di stenti
È vergognoso essere cattolici senza essere cristiani
È vergognoso scegliere il fianco di chi vince solo perché vincitore
È vergognoso chiudere la porta davanti a chi vorrebbe bussare

La vergogna maggiore è servire gli arroganti poiché è vivere nell'esistenza degli altri!


Ma un'altra grave colpa è di tutti noi che permettiamo il deterioramento della cultura. Ci lasciamo sopraffare da offerte di tendenza, senza pensare ad una prospettiva evolutiva armonica. L'unica arma rimasta per raggiungere il concerto di globalera è la conoscenza!


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