Jerome's website


Vai ai contenuti

Il viaggio

poems

Ad ogni partenza c'è sempre un viaggio di ritorno… Siamo ancora troppo giovani per navigare senza tempo e sicuramente troppo "tardi" per tornare indietro. Muore in ogni sentiero e rimane a giacere un pezzetto di noi - Messere, se credete di traversare le lunghe notti azzurre e innevate, in groppa alla vostra coscienza, e uscirne indenne nella mente, devo rammentare a vossia che in quel giorno è conveniente il coraggio e l'umiltà. Al passaggio vostro si squarceranno visioni così vive da congelarvi quasi il respiro nei polmoni e compromettervi l'andatura. Vi sembrerà di impazzire attraversando la nube di nebbia che avvolge densa le lande solitarie dell'est. Passeranno a voi davanti gli spettri col vostro stesso viso; vedrete sfilare donne di lontano senza prole e senza sposi come un uragano di lamenti. Vedrete all'opera contadini frustati e scavati dal maestrale, con cenci strappati per davvero. Comprenderete i limiti terreni della fede vostra. Avrete a sopportare un grido lungo giorni interi - L'eco del richiamo raggiungerà ovunque gli ultimi rom sparsi rassegnati per il mondo. "Doine" e violini sono lì ad aspettare, sotto la coltre di neve. Andremo tutti fino al luogo del raduno. Saremo fratelli nel vento, e quando arriveremo sul delta…
- Ah, ah, ah - Già ride e balla la nonna zingara piena di gioia fino all'orlo degli occhi, e poi piange e poi ritorna allegra. Le anatre scivolano dolci e libere sulle acque, come tanto tempo fa. S'incendia l'antico fuoco. Eccolo tessere ancora ballate magiche e scaldare "esili dita argentine". Balla lei tra l'abito volteggiante metà rosso e mezzo nero. Le sue rughe appaiono sempre più dolci e la voce delicata e forte. Le s'illumina il volto di tenui sfumi di viola e gli occhi lucenti, liberi e distesi. Passeggia poi tra di noi come una creatura fantastica cantando. Nel canto alza le braccia al vento come a toccarne il sibilo e i messaggi con le mani. A volte si rannicchia dentro uno scialle d'oro come a guardarsi dentro. Quando uno di noi muove a parlare, lei repentina oppone la mano, e severa: - Dimentichi il linguaggio della mente? -
Ci benedisse comunque come figli, pulendoci nel capo, per lasciarci uno ed un solo dor*… Fu allora che potemmo guardarci andare nelle direzioni dei nostri sogni.

*dor = dolore, nostalgia

Home Page | Solidarietà | Globalera | Lo scrigno | Memorie future | Folklore | Photografic | Art work | poems | Painting | Reading | Link | Contatti | Mappa del sito


Torna ai contenuti | Torna al menu